Cinema, territorio e festival. Una trilogia che alimenta e che coltiva cultura e coinvolge tutti, non solo i cinefili. Di questo tema hanno parlato diversi “attori” nel territorio lecchese e organizzatori di festival in tutto lo Stivale.
«Questo festival ha saputo mettere insieme tutto il territorio – ha esordito il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana -. Dobbiamo fare in modo che le persone oltre alla nostra terra e alla nostra cucina possano anche dare merito alla nostra cultura, che in effetti dovrebbe essere la base di partenza per la nostra nazione». Lo sguardo di Fontana si è allargato poi ad un evento che avrà importanti ricadute anche sul Lecchese: «Credo che avremo risultati eccellenti dalle Olimpiadi tanto in campo sportivo quanto per l’attrattività del nostro territorio».
Gli eventi culturali rappresentano una delle sfumature del carattere e dell’identità di un territorio: «Penso che la prima cosa importante da fare con eventi che coinvolgano sia mostrare un territorio coeso che possa diventare un punto di attrazione. Le Olimpiadi saranno un’occasione da cogliere, partendo proprio da eventi come questo», ha sottolineato il vicesindaco e assessore alla Cultura del Comune di Lecco Piazza. Un volano per far emergere anche il ruolo della cultura per la nostra collettività. Una cultura che parte dalla bellezza dei luoghi – il lago e i monti a Lecco -, in questo senso la storia degli ArchiViVitali è emblematica per il concetto di valorizzazione della cultura territoriale: «Abbiamo molti esempi di persone che hanno portato il nome del nostro paese, Bellano [in provincia di Lecco, affacciata sul Lario] in giro per l’Italia – ha detto Sara Vitali -. Abbiamo iniziato a seminare da molto tempo, nel 2017 è nata la fondazione ArchiViVitali. Oggi gli ingredienti di quello che stiamo facendo sono impregnati esclusivamente dal desiderio di portare la cultura sul territorio». Allargare lo sguardo e i confini: questo l’input lanciato anche da Francesca Colombo, lecchese e direttrice generale di Bam, la Biblioteca degli alberi, a Milano: «Il nostro obiettivo è la cura del parco che sta diventando in una metropoli un luogo di cultura e teatro a cielo aperto». Eventi come il Lecco Film Fest «includono e allargano gli orizzonti, quindi è fondamentale – ha detto Fabio Dadati, presidente di Lariofiere – ospitarli e lavorarci in sinergia insieme ai promotori».
La cultura è una spinta anche per il turismo, che è di fatto il quarto anello da aggiunge alla trilogia cinema, territorio e festival, «affinché non rimanga solo un turismo di consumo, ma la gente venga attratta dagli eventi promossi dal territorio. Anche per i giovani è importantissimo perché capiscano che c’è qualcosa per cui vale la pena vivere in un posto bello che promuova bellezza, come i film», chiosa Paola Poli, direttrice artistica del Busto Arsizio film festival, di Ortigia film festival e dell’Italian film festival. Nel dialogo tra i territori e la settima arte, al festival lecchese è intervenuto anche Steve della Casa, direttore del festival di Torino: «Il Festival di Torino è nato quasi 40 anni fa ed è l’unico festival metropolitano in Italia, ha rivitalizzato e avviato la riqualificazione dei quartieri spopolati dopo la smobilitazione della Fiat e l’esodo di migliaia di operai dalla città piemontese».
La nostra missione dei festival è quella di far vivere gli eventi dalla gente, non solo dai cinefili. «I film persi in sala si recuperano sulle piattaforme. Quello che i festival devono fare è dare qualcosa di imperdibile alle persone, incuriosire e teatralizzare l’esperienza cinematografica e dando l’occasione di riflettere sul film e sull’attualità», specifica Pedro Armocida, direttore del Pesaro film festival, con cui è d’accordo Domenico Dinoia, presidente federazione italiana cinema d’essai, che aggiunge: «Una sala cinematografica d’essai in città è un presidio culturale, soprattutto nel centro cittadino delle grandi città, perché i multisala sono stati costruiti nelle periferie o fuori dalle città. I festival lavorano anche per tenere aperte quelle sale ricostruendo l’anima dei festival, il pubblico».