Ha attraversato cinquant’anni di storia del cinema, raccontando i cambiamenti dell’Europa e affrontando le grandi questioni su cui l’uomo si interroga da sempre: Krzysztof Zanussi è il grande protagonista della seconda giornata del Lecco Film Fest, il festival organizzato dalla Fondazione Ente dello Spettacolo e promosso da Confindustria Lecco e Sondrio.
E arriva al Nuovo Cinema Aquilone per presentare al pubblico Corpo estraneo, il film che ha scritto e diretto nel 2016. «Più che un bilancio della mia opera – spiega il regista in un italiano sorprendente e dal lessico ricercato – è una denuncia contro il lato oscuro del progresso. Mentre contribuiscono al miglioramento della vita quotidiana, le multinazionali diffondono menzogne, violenze, pressioni, sfruttamenti. Mi lusinga aver dato fastidi a certi dirigenti che sono stati ostili con il mio film».
Affabulatore ipnotico, Zanussi – intervistato da Gianluca Arnone, coordinatore editoriale della Fondazione Ente dello Spettacolo – rivela con una certa ironia di aver superato sorprendentemente gli 80 anni: «Ho avuto una vita avventurosa. Sono di origini friulane, i miei avi arrivarono in Polonia per costruire ferrovie. Mio padre aveva un temperamento mediterraneo, vulcanico: da lui, che si esprimeva liberamente in un mondo in cui era vietato, ho imparato che è meglio tacere e mai urlare».
Al cinema, il giovane Zanussi ci arrivò dopo vari percorsi: «Alla mia generazione, la guerra ha rubato l’infanzia. Cercavo certezze in un mondo dominato dal regime comunista. Mi iscrissi alla facoltà di Fisica, fu un periodo bellissimo ma ero uno studente mediocre. Allora ho studiato filosofia perché mi interessava studiare lo strumento della propaganda. Infine entrai in una scuola di cinema, ero un dilettante con grandi aspettative».
Da sempre vocato temi come di grande spessore intellettuale, denso di contenuti etici e fortemente spirituale, Zanussi appare molto preoccupato sull’attuale situazione in Europa: «Non è sorprendente ciò che sta facendo Putin: il suo obiettivo è tornare al regime sovietico, a occupare i territori oggi indipendenti, togliere la libertà a paesi che hanno scelto la strada occidentale. La diplomazia è un’illusione: dobbiamo tornare alle guerre giuste di cui parlava Sant’Agostino, perché quella dell’Ucraina è una battaglia per la sua sopravvivenza come civiltà».
Pessimista? «Non so bene come la società potrà digerire la pandemia e la guerra. Nella nostra cultura, non parliamo mai della morte. Ora siamo costretti a confrontarci con lei. Non mi ritengo una Cassandra ma sono convinto che la terza guerra mondiale sia già cominciata. Tra poco sarà tutto diverso, non dobbiamo cadere nel panico ma ripensare ai nostri valori ed essere pronti a sacrificare qualcosa del nostro benessere e delle nostre comodità. Ma vedo un risveglio dell’idealismo: in Polonia abbiamo 4 milioni di rifugiati ucraini, è qualcosa di incredibile anche perché i nostri rapporti con l’Ucraina non sono mai stati idilliaci».
E Zanussi non si tira indietro di fronte alla domanda delle domande: Dio esiste? «Lo spero, ma non do garanzie. La scienza non deve provarne l’esistenza: non la nega e questo mi basta. In fondo “Dio” è solo una parola. Penso che se l’universo è caotico, vuol dire che nessuno lo gestisce: c’è un essere più grande che controlla e garantisce che tutto abbia un senso, che il suo piano resti impenetrabile. Perciò sono convinto che esista».
Fotogallery by Karen Di Paola
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